FOLLONICA CITTÀ D'EUROPA

"Follonica: città bifronte e contraddittoria. Piccola california avveniristica e caotica e, contemporaneamente, villaggio isolato, ai margini della storia.

Follonica, polis in gestazione; non più paese non ancora città compiuta.

Polis da costruire, da inventare.

Alcuni tentativi in questo senso esistono e sono lodevoli ma lo scarto tra intenzioni e comportamenti è ancora enorme. La vita civile pare estranea alla cultura e viceversa. La prima sembra girare su se stessa pazzamente autoalimentandosi, la seconda post-modernamente si contenta dei prodotti del proprio orticello, stentando a confrontarsi con tutto quello che attiene alla contemporaneità.

Molti, onesti cittadini ed operatori culturali, cercano di costruire una identità follonichese. Bene!

Basta essere consapevoli che, per trovarla davvero l'identità, prima bisogna perderla. Perderla sul serio. Perderla in molte maniere. Perderla esplorando quelle zone sconosciute della rappresentazione del mondo che, sole, caratterizzano davvero l'identità umana: parola , suono, colore, forma, spazio, tempo...., presente e futuro.

Già: quale futuro per Follonica. Quale Follonica per quale futuro?

E se, pensando a quel futuro, cominciassimo finalmente a pensare da europei? In tutto naturalmente...."

NEDO BIANCHI (settembre 1988)

Sono trascorsi trent'anni da quel 1988. Molte cose sono state realizzate e molte restano da fare.

La Follonica di oggi e quella di domani restano tuttavia inesorabilmente connesse a quell'intuizione europeista, da riaffermare, alta e netta, in tempi di miopi sovranismi, nazionalismi etnici e regionalismi d'interesse, decrescite infelici e dolosa disinformazione.

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